Gli intrecci economici e le grandi multinazionali guidate dall’attuale presidente del Milan

Paolo Scaroni è nato a Vicenza nel 1946. È nel panorama manageriale una figura particolare per la varietà di incarichi e settori in cui mantiene tutt’oggi incarichi di rilievo.

Paolo Scaroni
Gettyimages.com

Paolo Scaroni è popolare in Italia nel oltre che per gli incarichi economici, per essere attualmente il presidente del Milan.

La carriera del giovane Paolo si sviluppa a partire dal contesto familiare e prosegue in linea con le aspettative di lavorare in ambito economico o imprenditoriale. Paolo Scaroni studia economia all’Università Bocconi e dopo la laurea continua ad approfondire la materia. Si specializza per questo con un master in business administration alla Columbia University di New York.

L’inizio della carriera di Paolo Scaroni

Dato il suo percorso formativo, inizia la sua carriera come diversi altri manager italiani nella società di consulenza McKinsey. L’esperienza maturata all’estero lo porta a ricoprire numerosi incarichi di prestigio, collabora sul piano economico in Saint-Gobain, uno dei primi cento gruppi industriali al mondo che si occupa di materiali edili. Lo stesso avviene in Techint e nel 1996 è già ai vertici di una multinazionale come Pilkington. La società che lo assume con la carica di amministratore delegato, sarà la riprova delle capacità che gli daranno visibilità anche in Italia. Dalla sede dell’azienda nel Regno Unito che produce componenti in vetro per edifici e automobili, torna nel 2002 nel Bel Paese.

Le grandi multinazionali italiane dirette da Paolo Scaroni

Qui viene notato da grandi gruppi industriali italiani come Enel, di cui è direttore e amministratore delegato dal 2002 fino al 2005. Negli anni della sua guida la società completa la cessione della controllata Wind. Visti i risultati economici, viene chiamato a ricoprire lo stesso ruolo dirigenziale in Eni. Con Paolo Scaroni come amministratore delegato, la multinazionale di idrocarburi ottiene profitti record. Nel 2006 grazie alla capacità di sfruttare la congiuntura economica, la società è in grado di avvantaggiarsi del trend del petrolio eccellendo sul mercato.

Scaroni durante la sua dirigenza non ha mai preso posizioni partitiche, ma in relazione al settore energetico ha voluto mettere in luce quanto l’Italia sia ricca di risorse come petrolio e gas. Questo può dargli degli ottimi elementi per portare il suo peso decisionale in Europa, nonché valorizzare la sua economia, se non fosse per una visione politica miope che supporta l’ambientalismo populista.

Per quanto riguarda il settore delle energie rinnovabili e alternative ai carburanti fossili, Giuseppe Scaroni sembra consapevole dell’urgenza e allo stesso tempo dubbioso circa la loro efficacia. Parlando da CEO Eni, a proposito del Protocollo di Kyoto, si è detto consapevole della necessità di ulteriori investimenti in ricerca. Questi sono necessari a fare si che le energie rinnovabili, come eolico e soprattutto il solare, possano veramente fare la differenza.

Il patrimonio e la famiglia di Paolo Scaroni

Paolo Scaroni è attualmente sposato con Francesca Zanconato e ha tre figli: Clementina, Bruno e Alvise. Attualmente continua a essere impegnato nel comparto economico con una spiccata capacità di dividere i suoi impegni in realtà molto differenti. Attualmente è infatti Vicepresidente della banca di investimento Rothschild. Il manager oggi settantacinquenne, è chiamato a ricoprire dal 2014 il suo attuale ruolo. Questo è avvenuto grazie anche a una serie di contatti importanti che Paolo Scaroni mediare nel settore energetico, sia in Italia che a livello internazionale. L’ex amministratore delegato Eni a cui è subentrato in quegli anni Claudio Descalzi, può contribuire a fare da ponte per l’espansione e gli accordi commerciali dell’istituto.

In quello stesso anno Scaroni è insignito dell’onorificenza di Cavaliere del Lavoro. L’attestato di merito istituzionale fa coppia con quello ricevuto in Francia nel 2007, quando è stato nominato Ufficiale dell’Ordine della Legion d’Onore.

Paolo desclazi ha avuto in Eni una tra le più alte buonuscite tra i manager che ne hanno ricoperto i vertici. Alla fine del suo terzo mandato ha ricevuto infatti una buonuscita di 8,3 milioni lordi, sulla base di uno stipendio che nell’ultimo anno di dirigenza è stato di 4,86 milioni lordi. Questo significa uno stipendio medio lordo di 365.000 euro al mese per tre anni. Qualcosa di simile, con cifre più esigue è avvenuta in Enel. Qui Scaroni ha ricevuto una buonuscita di 10,9 milioni su uno stipendio minimo di 1,4 milioni all’anno, a cui va aggiunta una parte variabile a seconda degli obiettivi raggiunti.

Gli incarichi di Paolo Scaroni e il suo ruolo nel mondo del calcio

Oltre al suo attuale ruolo Scaroni siede nel Consiglio di Amministrazione del Il Sole 24 ore, del Teatro alla Scala e di Assicurazioni Generali. Il manager è inoltre impegnato nel settore calcistico. La sua carriera nel mondo sportivo inizia nel 1997, quando subentrando a Virgilio Marzot, diventa presidente del Vicenza e mantiene la carica fino al 1999. Alla guida della squadra, dopo aver vinto una coppa Italia ed essere arrivato alle semifinali di Coppa delle Coppe, retrocede nuovamente nel 1999 in serie B. Paolo Scaroni è ancora oggi un tifoso del Vicenza, di cui è diventato socio nel 2019. Da sportivo e da manager di successo, ha assunto con responsabilità nel 2017 la presidenza del Milan.

Lo stipendio dell’attuale presidente del Milan

Il club rossonero che è stato ceduto dall’imprenditore cinese Li Yonghong, al fondo d’investimento USA Elliott Management Corporation, ha nominato Paolo Scaroni nel 2018 come suo presidente. Per il suo ruolo di primissimo piano, vista la centralità della sua figura per i rapporti istituzionali e l’incarico del progetto stadio, riceve uno stipendio lordo di 600.000 euro all’anno.

Lo stile manageriale di Paolo Scaroni si contraddistingue per onestà intellettuale e pragmaticità. Il dirigente è in grado, date le esperienze nei molteplici contesti rilevanti per la conoscenza de contesto internazionale di valutare pregi e difetti delle scelte economiche. Secondo il manager nel calcio, il dato economico e quello sportivo sono due elementi che si intrecciano con la cultura calcistica e con la reazione del pubblico. L’abilità consiste nel massimizzare il rendimento del proprio operato comprendendo tutti quegli elementi e non possono venire pienamente razionalizzati. In termini economici il ragionamento è complesso e si alterna in un trade off tra la capacità di portare grande visibilità alla squadra e al calcio italiano, con quella di saperlo rinnovare.

L’obbiettivo del presidente è anche quella di mostrare come Milano, capitale del calcio mondiale, sia in grado di inserire San Siro tra i migliori stadi al mondo, prendendo spunto da ciò che è già stato fatto a livello internazionale.

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