Multe salatissime e data da cerchiare in rosso: c’entra la plastica monouso

Parte la rivoluzione verde, stop alla plastica monouso: di cosa si tratta, la data a cui prestare attenzione e il rischio multe salatissime

Multe salatissime e data da cerchiare in rosso: c'entra la plastica monouso
Euro (fonte foto: Pixabay)

Attenzione alta per quanto riguarda il tema della rivoluzione verde e rispetto all’utilizzo della pratica monouso: cosa c’è bisogno da sapere, qual è rischio multe salate e quale la data da cerchiare in rosso sul calendario. I dettagli al riguardo.

Dal prossimo venerdì 14 gennaio, ad entrare in vigore, spiega Il Giornale, è la legge che pone un veto sull’utilizzo della plastica monouso, oltre all’uso di prodotti non biodegradabili e non compostabili. Al pari degli altri Paesi dell’UE, anche l’Italia procederà alla direttiva antiplastica Sup, Single Use Plastic che si pone come risultato quello di frenare l’inquinamento legato proprio alla plastica, così da ridurre l’impatto sui mari, fiumi, oceani e laghi.

In Europa vi è, si legge, una produzione annua, relativamente alla plastica, che si aggira sulle 58 milioni di tonnellate, e viene utilizzata in diversi contesti, quali soprattutto gli imballaggi, ma anche beni di consumo, articoli casalinghi, automobili ed altro ancora.

Una gran quantità di rifiuti in plastica non è stato riciclato e a dare altre difficoltà è la non biodegradabilità della plastica, che resiste nel tempo e va ad accumularsi in natura, nei mari, dividendosi in frammenti minuscoli ed entrano a far parte anche della catena alimentare, fino ad arrivare anche nei piatti, senza che ce ne si renda conto.

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Grande attenzione dunque su un tema che risulta essere estremamente importante e dalla grande rilevanza, a proposito della legge europea che vieta l’utilizzo della plastica monouso che, dopo esser stata approvata nel mese di aprile dello scorso anno, entra in vigore dal giorno 14 gennaio.

Diversi gli oggetti coinvolti, come spiega il Giornale, si va dai piatti, posate e bicchieri, fino a cotton fioc, cannucce ed altri ancora, così come i sacchetti per la spesa, contenitori per gli alimenti e così via.

Si legge che vi sarà ad ogni modo la possibilità di esaurire le eventuali scorte presenti in casa o nei magazzini; cambiamenti anche a proposito della pesca, con alcuni oggetti che contengono plastica e che non potranno più essere usati, e che porteranno quindi la plastica poi a non finire nei mari e in generale nell’ambiente.

Ad essere permessi, prodotti composti di plastica biodegradabile oppure quelli biodegradabili e compostabili, ovvero sia gli oggetti che sono composti da materia prima rinnovabili in percentuale uguale o maggiore del 40%. Al momento, sottolinea Il Giornale, il divieto non coinvolge i prodotti in plastica lavabile che possono dunque essere riutilizzati.

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È importante tenere presente il rispetto delle regole, poiché viene spiegato che chi non dovesse adeguarsi si espone ad un rischio multe davvero salate; in particolare, la sanzione amministrativa va da un mimino di euro 2500 ad un massimo di 25 mila euro in virtù della “immissione sul mercato o la messa a disposizione di prodotti in violazione di quanto previsto dall’art. 5, comma 1″.

La speranza in Europa è di arrivare a risultati soddisfacenti entro l’anno 2026; in quello seguente, il 2027, vi sarà la revisione della direttiva e della sua attuazione, a seconda di quelli che saranno stati i risultati raggiunti in questi anni. Potrebbe poi essere anche considerata la plastica biodegradabile, che il giornale spiega essere non inclusa nella direttiva.

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