Pensioni di marzo e importi, novità INPS: come cambiano

Arrivata una nuova circolare INPS: cosa c’è da sapere sulle pensioni, come cambino gli importi a marzo e i dettagli da conoscere

Dopo la variazione percentuale inerente la perequazione automatica delle pensioni, arrivata una nuova circolare attraverso cui INPS ha cominciato le variazioni che riguardano le rate di pensione in pagamento rispetto a marzo 2022: i cambiamenti sugli importi e cosa c’è da sapere al riguardo.

Pensioni di marzo e importi, novità INPS: come cambiano e dettagli
Portafoglio, euro (fonte foto: Adobe Stock)

Rispetto all’argomento in questione, approfondito da Quifinanza.it, come detto mediante la circolare INPS ha cominciato le variazioni inerenti le rate di pensione in pagamento per quel che riguarda marzo 2022, con gli importi che varieranno in base all’aggiornamento delle tabelle inerente i massimali di retribuzione e le fasce pensionabili confermate, in base alla circolare n.15 28 gennaio 2022.

Quinfinaza.it spiega che attraverso la circolare n.33 del 28 febbraio 2022, sono comunicate le modalità di aggiornamento e vengono date più informazioni relativamente all’adeguamento degli importi secondo nuovi parametri.

La circolare n.15 28 gennaio 2022, ha visto la conferma della variazione percentuale ai fini della perequazione automatica delle pensioni, la quale consiste nella rivalutazione annuale degli importi degli assegni della pensione in virtù dell’adeguamento al costo della vita.

La percentuale, con i calcolo ISTAT, viene fissata a 1,90% e porterà alla rivalutazione 2022 degli importi.

Pensioni di marzo e importi: come cambiano

Grande attenzione dunque sul tema pensione; sono in tanti ad esempio a chiedersi quanto valga veramente oggi, tra rincari e rischi, o ancora, come nel caso del focus su importi medi e rendite e sul perché stanno calando.

Sul tema in oggetto, tenendo bene a mente che il conguaglio di perequazione che spetta per l’anno 2022 verrà fatto in sede di perequazione per l’anno 2023, sottolinea Quifinanza.it, è stata fatta la rideterminazione, secondo la percentuale 1,90%, del massimale di retribuzione pensionabile e delle face pensionabili con le aliquote di rendimento decrescenti. Fino ad ora, si legge, era del 2%.

L’importo della pensione è legato alle aliquote di rendimento. Dunque, se per ogni anno di lavoro, l’INPS sino ad ora ha riconosciuto il 2% della retribuzione pensabile, ciò si è tradotto per un contribuente che ha svolto attività lavorativa per quaranta anni, in una rendita di pensione pari all’80% della siede delle ultime retribuzioni, 40×2%.

Per trent’anni, spetta una pensione al 60%, al medesimo modo. Il calcolo che si potrà fare da marzo, dovrà considerare la nuova percentuale fissata a 1,90% e in tal senso Quifinanza.it menziona la circolare. Inoltre, l’INPS ricorda che anche il massimale di retribuzione imponibile è stato aggiornato, e che viene impiegata per il calcolo del contributo di solidarietà.

Secondo il trattamento minimo di pensione per il 2022, il quale risulta applicando l’aumento di perequazione dell’1.90% , 525,38 euro, mediante la circolare 15/2022, è stata fatta la determinazione del minimale retributivo circa l’accredito di contributi ai fini del diritto alla pensione.

Il trattamento minimo dal primo gennaio 2022 viene erogato comunque considerando il coefficiente di perequazione automatica dell’1,70%, come stabilito con il decreto ministeriale del 17 novembre 2021, salvo il conguaglio in sede di perequazione per l’anno seguente.

Si legge che INPS ha anche spiegato che i limiti di reddito riguardo integrazione al minimo e pensioni sociali, così come la concessione della maggiorazioni, somma e importo aggiuntivo, verranno adeguati con l’aggiornamento degli importi del trattamento minimo e della pensione e assegno sociale, fatto durante il rinnovo delle pensioni per il 2013, con conguaglio tra perequazione provvisoria e definitiva.

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