Stangata sul caffè: il prezzo più alto in queste città italiane

L’inflazione durata più del previsto ha mutato la propensione al risparmio e l’attenzione nella comparazione dei prezzi dei prodotti più noti; è il caso degli alimentari e del caffè.

Nel controllare i prezzi dei beni in vendita al supermercato, stiamo attenti, ma non sempre è possibile discriminare e trovare l’alternativa. È il caso del caffè, una abitudine alimentare per molti irrinunciabile.

Stangata sul caffè: il prezzo più alto in queste città italiane

In alcun casi il fenomeno del caro prezzi ha cambiato le carte in tavola anche per coloro che vendono al dettaglio. Soprattutto nella grande distribuzione il prezzo tende a differire ma non sempre in modo evidente. Il fenomeno dell’inflazione può manifestarsi anche in prodotti apparentemente uguali ma con quantità minori a parità di prezzo. Per evitare ogni genere di distorsione sul mercato il Governo e prima ancora la Banca Centrale europea è chiamata a intervenire a monte sull’inflazione, prevista per quest’anno intorno al 6%.

Se quella presente quest’anno è alimentata dall’aumento dei prezzi dei beni energetici, il fenomeno è ancora più incisivo sugli alimenti perché colpisce tutti in modo trasversale. Oltre le materie prime di tipo energetico aumentano i costi delle semenze e dei fertilizzanti causando un incremento in tutta la catena del valore della produzione alimentare.

Il trend rischia quindi di spingere nel medio periodo anche la nostra economia a una crescita sempre più vicina allo zero. Uno scenario che potrebbe addirittura rendere pressoché inefficaci i 235 miliardi di euro di investimenti previsti nei prossimi anni dal PNRR.

L’inflazione arriva anche sulle piccole spese come il prezzo del caffè

L’effetto del fenomeno si è completamente scontato nell’economia reale arrivando alle piccole spese quotidiane; Lo rileva Assoutenti, che segnala aumenti a macchia di leopardo per il prezzo del caffè: il prezzo medio nazionale è arrivato 1,10 euro. Un incremento di sei centesimi rispetto ai prezzi del 2021. Le città più care sono Trento, Bolzano e Cuneo, con il prezzo della tazzina che va da 1,25 a 1,24 euro.

L’incremento è diffuso in particolare tra i consumi al banco e ai tavoli dei bar in tutta Italia. Una motivazione aggiuntiva è imputabile anche ai costi fissi delle attività economiche aumentati sul piano energetico. Gli incrementi sono apparentemente innocui nell’economia complessiva di ogni cittadino; pochi centesimi di euro ma che segnano un rincaro percentuale e psicologico significativo per un bene che ha sempre mantenuto mediamente il suo prezzo simbolico di un euro.

La città più cara in cui prendere il caffè

Il record di prezzo spetta al caffè servito in Trentino Alto Adige, con i bar di Trento che vendono l’espresso in media a 1,25 euro, poco più che a Bolzano dove arriva 1,24 euro. In tre province dell’Emilia Romagna: Ferrara, Ravenna e Reggio Emilia l’espresso supera la soglia psicologica di 1,20 euro. Lo stesso prezzo per la tazzina è applicato in Veneto a Rovigo e Venezia, mentre a Padova e Vicenza è inferiore di un centesimo.

Le città meno care in cui bere il caffè rimangono quelle del Sud Italia. L’espresso più economico secondo i dati di Assoutenti è servito a Messina; il prezzo ampiamente sotto la media è pari a 0,89 euro. Tra le città più economiche segue Napoli dove l’espresso è una tradizione storica; il prezzo rimane a 90 centesimi così come a Reggio Calabria e Catanzaro dove costa 0,92 euro.

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