I livelli di correlazione delle maggiori economie mondiali: l’analisi intermarket

Saper effettuare un analisi intermarket è forse uno dei risultati di maggiore interesse per un trader. Le difficoltà di una corretta formazione delle aspettative per i movimenti futuri dei prezzi, non prescinde dalla conoscenza a monte dei livelli di correlazione tra i mercati delle maggiori economie mondiali.

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La diversificazione può assumere diverse forme ed essere applicata per differenziare le proprie scelte in base a diversi piani economici. L’insieme preso in considerazione può variare rispetto ai diversi settori produttivi, così come ogni settore può avere al suo interno una differenziazione in relazione alle tipologie di strumenti finanziari. A monte di queste suddivisione esiste una diversificazione che prende in considerazione le differenze su base geografica.

Uno degli elementi chiave quando si osserva la diversificazione di un portafoglio è infatti la ripartizione degli investimenti per paesi o per regioni. Chiunque è in grado di sfruttare questa conoscenza può perfezionare il portafoglio in base alle politiche commerciali e legislative dei paesi che sono tra loro impegnati nei diversi settori finanziari. Sebbene infatti il mercato finanziario appaia come un unico mercato di dimensioni globali, ogni asset quotato ha delle specifiche caratteristiche che lo legano al territorio e lo mettono in correlazione alle decisioni politiche del governo in carica.

Correlazione economica tra Europa, Stati Uniti, Giappone e Cina

I mercati finanziari dei paesi occidentali sono il linea con il trend della globalizzazione e mostrano una correlazione quasi perfetta che tra Europa e USA ha raggiunto nell’ultimo anno lo 0,98. L’Eurozona e l’indice azionario globale segnano invece lo 0,91. Nell’ultimo anno la correlazione tra Cina e Giappone è diminuita (-0.1) rispetto allo 0,50 dei cinque anni precedenti, il primo trimestre 2021 il comparto finanziario cinese ha visto una crescita inferiore a quella dei mercati dei paesi emergenti, dell’Eurozona e degli Stati Uniti, con gli ultimi due che mantengono una correlazione che sembra aumentare di pari passo a quelle con paesi come India e America latina.

L’india in particolar modo, così come l’Arabia Saudita, potranno nei prossimi anni diminuire la loro correlazione con Europa e Stati Uniti, in quanto non hanno previsto nessun percorso ufficiale per modificare le rispettive economie nazionali al fine di  diminuire l’impatto ambientale, ed è molto probabile quindi che la propria produzione e la propria economia si diversificheranno ulteriormente.

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La stabilità dei governi: fattore determinante per definire la correlazione economica

In un mondo sempre più globalizzato è fondamentale riconoscere quali funzioni i vari paesi ricoprono dal punto di vista geopolitico, rispetto alle influenze sui vari settori dell’economia, nonché di come questi paesi si influenzano a vicenda, in modo tale da evitare di investire in regioni tra loro eccessivamente correlate. Le decisioni politiche sono in grado di scontare in modo tanto più preciso i loro effetti sull’economia, decretando quindi un’alta affidabilità del livello di correlazione, tanto più i governi risultano stabili e duraturi nel tempo. Per esempio la Cina, la Russia, la Germania, non solo hanno un’importanza fondamentale nell’economia globale, ma sono in grado di rappresentare dei blocchi geopolitici tali da influire per mezzo delle loro decisioni, sui mercati finanziari e sugli asset correlati ai loro territori in maniera pressoché diretta.

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Sono diverse le decisioni in grado di avere un peso sui mercati finanziari, la capacità di un trader deve essere quella di approfittare delle correlazioni intermarket sfruttando a proprio vantaggio le svolte nella politica delle nazioni. Ultimamente si hanno diversi esempi di notizie rilevanti da questo punto di vista, per esempio la decisione di politica monetaria della Federal Reserve che potrebbe rallentare il ritmo di acquisti di asset negli Stati Uniti, oppure la Cina che ha deciso di permettere alle società cinesi di quotarsi ancora negli Stati Uniti, purché soddisfino la legislazione e le regole della China Securities Regulatory Commission, l’ente di vigilanza sul mercato azionario cinese. In questi casi le dichiarazioni dell’ente di regolamentazione o delle istituzioni faranno le veci della politica nazionale rispetto agli effetti sulla finanza.

Per quanto riguarda i tassi di correlazione tra i vari paesi, misurati in base agli effetti dei decisori politici sui valori rappresentativi dei mercati nazionali, nel corso degli ultimi tre anni questi sono aumentati, a eccezione di quello cinese che sembra riuscire a decorrelarsi in base alla prosecuzione delle politiche di indipendenza economica finalizzate a evitare le ripercussioni dovute alla guerra commerciale con gli Stati Uniti che va avanti ormai da circa quattro anni.

Le società cinesi del settore tecnologico quotate anche sui listini USA a Wall Street, hanno subito pesanti perdite a causa della stretta normativa atta a limitare i poteri di influenza sull’economia e sulla società cinese che si sono ripercosse pesantemente sul comparto azionario. Il settore tecnologico è rappresentativo della capacità economica di trainare la crescita e lo sviluppo del paese asiatico. Non solo Jack Ma con Alibaba e il gigante del settore digitale Tencent holding hanno subito pesanti perdite, ma ultimamente anche il settore dell’insegnamento a distanza, delle consegne a domicilio e delle applicazioni di trasporto privato, hanno dovuto rivedere le proprie politiche commerciali a favore del rispetto della Data Security Law.

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