Governo e uscita di Di Maio dal M5S: preoccupa lo spread ed è il primo segnale di quello che può accadere

Il sistema politico italiano comincia a scalpitare e creare i primi strappi. Il Governo Draghi deve continuare a mantenere la maggioranza e la sicurezza sul debito pubblico.

In questo periodo di delicate transizioni, Draghi deve faticare nel proseguire con le riforme e al contempo sopperire alle manovre per compensare gli effetti della guerra commerciale contro la Russia.

Di Maio Governo Draghi
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I gruppi in parlamento sono già pronti a rivendicare una personale identità, definendo e ridefinendo la loro linea politica. I partiti sembrano già in campagna elettorale e saranno sempre di più le divergenze e le resistenze in vista dell’avvinarsi alla fine della legislatura.

Nel frattempo l’Italia come nazione deve assicurarsi i finanziamenti indispensabili in questa fase del Recovery and Resilience Facility dell’Unione europea. Prima della prossima eventuale emergenza l’Italia dovrà fare i conti con la sostenibilità del suo debito pubblico e quindi della sua capacità di finanziarlo. Una piccola variazione dello spread c’è già stata alla notizia dell’uscita di Luigi Di Maio dal Movimento cinque Stelle.

L’effetto della crisi del M5S sullo spread BTP Bund è un primo segnale di quello che può accadere con la fine del Governo

L’effetto della crisi del M5S sullo spread BTP Bund è un primo segnale di ciò che potrà essere il differenziale alle prossime elezioni. Tradizionale barometro del rischio dell’Eurozona, è aumentato nella giornata di ieri a 206 punti base, dai 199 pb alla chiusura di martedì. Oggi lo spread rimane stabile in area 190, ai minimi dal 9 giugno. Il forte ritracciamento con il mantenimento sotto i 200 punti ha anche a che fare con le aspettative che la Bce di Christine Lagarde metta a punto uno scudo anti spread evitando il cedimento finanziario dell’eurozona.

Questi giorni 70 parlamentari circa che hanno deciso di aderire alla formazione di Di Maio “Insieme per il futuro”. Oggi il primo partito in parlamento non è più il M5S ma Lega di Matteo Salvini. La frattura e la possibile nuova convergenza sarà quindi tra Di Maio e Conte, oggi divisi nell’atteggiamento nei confronti della guerra in Ucraina.

Vista la tensione sui mercati, l’importanza della stabilità politica italiana rimane un obbiettivo primario. L’economia italiana, che dipende quasi interamente dalle importazioni di combustibili fossili, è sottoposta a forti pressioni inflazionistiche dovute all’impennata dei prezzi di gas e petrolio. Al momento un ampia maggioranza sostiene il Governo Draghi; Anche se Conte dovesse ritirare il sostegno di quello che è rimasto del M5S, il governo potrebbe contare ancora sul supporto della maggioranza escludendo elezioni anticipate.

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