Il giro dei miliardi intorno alle bollette: ma quanto (e quando) pagheremo di meno?

Sono giorni “da cardiopalma” per i cittadini, che devono fronteggiare ai costi altissimi di bollette Luce e Gas. Il Governo ha da poco approvato un ulteriore decreto per il contenimento dei costi.

bollette

Il prezzo dell’energia continua a preoccupare privati e aziende. Una serie di fattori, e soprattutto gli ultimi movimenti geopolitici, stanno creando una situazione davvero difficile da controllare. Non solamente a livello italiano ma europeo. La “dipendenza” dalle forniture, infatti, non è omogenea tra gli stati della UE, di conseguenza ogni Paese sta affrontando la crisi in modo autonomo. Ciò non è molto edificante per l’Italia che versa – più di altri – in una difficoltà economica generalizzata. Il Governo ha effettuato ben tre “mosse” per abbassare i costi, ma ad un’esamina più attenta viene da chiedersi se siano sufficienti. E soprattutto se e quando pagheremo di meno le bollette.

Cosa dice il nuovo Decreto Legge

I cittadini e le imprese aspettavano con ansia il nuovo decreto che potesse aiutare concretamente a ridurre la spesa per l’energia. Sebbene vi siano indicazioni precise e una determinata quantità di denaro messo a disposizione dal Governo, nel Decreto Legge approvato l’altro ieri (il 18 febbraio 2022, n.d.r) comprende ulteriori progetti. Si tratta di obiettivi da raggiungere anche nel lungo periodo. Ma vediamo nel dettaglio cosa dice il testo originale.

Le norme introdotte mirano a sostenere la ripresa economica e a rimuovere gli ostacoli che ne impediscono il pieno dispiego. Le misure ammontano a quasi 8 miliardi, di cui circa 5,5 destinati a fare fronte al caro energia e la restante parte a sostegno delle filiere produttive“.

L’intervento si divide in due parti, dove nella prima si affronta l’emergenza. Sono previste misure per calmierare nel breve periodo i costi delle bollette energetiche. La seconda parte contempla misure che consentano nel futuro di evitare altre crisi come quella odierna, ad esempio aumentando la produzione energetica in Italia.

Il governo è già intervenuto per ridurre la pressione per il “caro bollette” con 1,2 miliardi (III trimestre 2021), 3,5 miliardi (IV trimestre 2021) e 5,5 miliardi (I trimestre 2022). Con questo nuovo decreto vengono prorogate le misure già in essere. L’azzeramento delle aliquote relative agli oneri generali di sistema applicate alle utenze domestiche e non domestiche con potenza disponibile fino a 16,5 kW. Idem per le utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW. È prevista la riduzione dell’Iva al 5% e degli oneri generali per il settore gas, e il rafforzamento del bonus sociale per le famiglie con ISEE di 8-20 mila a seconda dei componenti. Viene inoltre introdotto un nuovo contributo straordinario, sotto forma di credito di imposta, in favore delle imprese gasivore.”

Il decreto include soprattutto una forte accelerazione nel comparto delle sorgenti rinnovabili, in particolare per il fotovoltaico. Con gli interventi di “semplificazione per l’installazione sui tetti di edifici pubblici e privati e in aree agricole e industriali” si va a promuovere l’energia alternativa. Infine, è previsto l’incremento della produzione nazionale di gas. In questo modo si vanno a tagliare i costi di importazione che si riflettono poi su cittadini e imprese.

Di quanto saranno inferiori i costi nelle bollette? Il rebus

Leggendo il decreto, si intuisce che l’impegno da parte del Governo c’è. E forse la vera novità sta nel fatto che questa politica riesce a “guardare oltre” e a pianificare quella progettazione che nel nostro Paese manca da troppo tempo. Ma è anche vero che, nel concreto, rimane sempre un irrisolto: quanto e quando pagheremo di meno? A far “due conti in tasca” al Governo è, tra gli altri, l’associazione degli artigiani di Mestre.

Con un veloce calcolo, l’associazione ha stimato rincari di oltre 33 milioni di Euro. Che continueranno anche nella seconda metà del 2022. Saranno “distribuiti” in 8,9 miliardi a carico dei cittadini e 24,9 a carico di piccole e grandi imprese. Dunque cifre ben superiori agli 8 miliardi totali stanziati dal Governo.

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