Permessi legge 104: è necessaria la residenza nella stessa casa con il disabile? La risposta che non ti aspetti

La legge 104 permette numerose agevolazioni che tutelano il disabile e la familiare che lo assiste, come i permessi legge 104 e il congedo straordinario.

I permessi legge 104 e il congedo straordinario ex legge 151 creano molti dubbi agli aventi diritto, anche perché sono due misure diverse e con diversi requisiti.

Permessi legge 104: è necessaria la residenza con il disabile
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Un Lettore ha chiesto chiarimenti in merito ai permessi di tre giorni al mese per legge 104. Nello specifico chiede: “quando si accudisce un familiare munito di 104, se non si risiede esattamente nella stessa casa del malato ma a qualche metro di distanza si ha comunque diritto ai permessi?”

Permessi legge 104: si possono fruire anche se il familiare è ricoverato?

Permessi legge 104: è necessaria la residenza nella stessa casa con il disabile?

I permessi legge 104 spettano al lavoratore dipendente che assiste il familiare con handicap grave. Possono presentare domanda dei permessi all’INPS, per i familiari che si trovano in situazione di gravità, coloro che assistono: il genitore; il coniuge o parte civile; conviventi di fatto (legge Cirinnà); parenti e affini entro il secondo grado; parenti e affini entro il terzo grado, solo nel caso di genitori o coniuge, oppure convivente del disabile (circolare INPS n. 38/2017).

Permessi legge 104: si possono fruire anche se il familiare è ricoverato?

Per avere diritto ai tre giorni di permesso al mese non è necessario la convivenza con il disabile. Infatti, i permessi sono riconosciuti anche ai lavoratori che risiedono o lavorano in luoghi distanti dalla persona che assistono.

Ma si può fare domanda dei permessi legge 104 se la residenza è distante dal luogo di lavoro, la risposta è positiva, nel caso di una distanza più di 150 KM dalla residenza del familiare che si assiste, il lavoratore ha diritto ai permessi ma deve presentare documentazione idonea che attesti la presenza presso il domicilio del familiare.

Questo significa che il lavoratore è obbligato a presentare il viaggio che ha effettuato per recarsi presso il familiare, ad esempio, biglietto pullman, aereo, pedaggio autostradale, di andata e ritorno.

Precisiamo, inoltre, che il permesso legge 104 deve essere utilizzato per il disabile, si può uscire ma sempre rispettando le esigenze del familiare che si assiste. Ad esempio, si può andare in farmacia, dal medico per conto del disabile, a fare la spesa, eccetera. Ma altre attività non finalizzate all’assistenza sono punibili dalla legge, e in questi casi il licenziamento è legittimo.

Congedo straordinario per assistere il familiare

Il congedo straordinario ex legge 151 prevede dei requisiti diversi: diritto di priorità familiare e requisito di convivenza con il disabile. Tale prestazione è valida per massimo due anni, e può essere chiesto una sola volta nella vita lavorativa (anche frazionabile in giorni ma mai in ore). Il congedo straordinario è retribuito ed è coperto da contribuzione figurativa.

Precisiamo che la residenza con il disabile si intende soddisfatta con la coabitazione (nello stesso immobile in due appartamenti distinti), oppure, con la residenza temporanea. Quest’ultima si può chiedere solo se si risiede in due Comuni differenti ed è valida solo per dodici mesi, poi si converte in residenza effettiva.

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