Piazza Affari, giovedì 10 giugno: chiusura negativa, nonostante la BCE rimanga accomodante

La chiusura della seduta odierna della Borsa di Milano, titoli migliori e titoli peggiori di giornata. Uno sguardo anche all’andamento di Wall Street e degli altri principali mercati finanziari. Una sintesi dei temi più importanti della giornata. 

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Palazzo Mezzanotte, sede della Borsa di Milano (Adobe stock)

Si conclude in ribasso la seduta odierna della Borsa di Milano, per la terza giornata consecutiva, in un contesto europeo caratterizzato ancora da scarsa volatilità. Infatti, nonostante fosse in programma il meeting della Banca Centrale Europea, i mercati azionari del vecchio continente chiudono poco distanti dai livelli della vigilia. Questo perché quanto emerso dal meeting rispecchia le aspettative della vigilia degli analisti ed investitori europei, circa l’orientamento della BCE.

Considerando anche l’entità ridotta dei ribassi registrati nelle ultime tre sedute, questa mini correzione del Ftse Mib sembra legata semplicemente a fisiologiche prese di profitto degli investitori, nel contesto di un mercato azionario italiano che nell’ultimo mese, oltre che da inizio anno, è stato protagonista di un rally che ha portato l’indice principale su livelli che non si vedevano dal 2008. Osservando il grafico su timeframe giornaliero del Ftse Mib, è possibile notare come l’oscillatore RSI, per effetto dell’ultimo impulso rialzista, sia finito nella zona di ipercomprato, evidenziando un eccesso rialzista del mercato.

Nel grafico qui proposto, sono stati messi in evidenza gli altri momenti in cui, a partire da settembre 2020, l’RSI ha superato il livello di 80, ovvero la soglia di ipercomprato che individua un eccesso di rialzo e, dunque, una probabile ed imminente correzione ribassista. Si può apprezzare come la normale dinamica del mercato preveda dei periodi di interruzione del trend dominante, durante i quali il mercato frena la propria corsa, consentendo all’oscillatore di ritornare nella zona neutrale, prima di tornare a spingere al rialzo. Molto probabilmente ciò accadrà anche in questo caso e, dopo un periodo di debolezza, la cui durata non dovrebbe essere molto estesa, Piazza Affari dovrebbe tornare a salire e ad aggiornare i massimi dell’anno.

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Cosa è emerso dal meeting della Banca Centrale Europea

La governatrice della BCE, Christine Lagarde, durante la conferenza stampa cominciata alle ore 14:30, ha affermato che è ancora troppo presto per prendere in considerazione un riduzione del PEPP (Pandemic Emergency Purchase Programme), ovvero dell’attuale programma di acquisto titoli dalle banche, finalizzato a supportare il sistema economico con iniezione di denaro liquido. La Banca Centrale Europea manterrà, dunque, in vigore una politica monetaria molto accomodante almeno fino ai primi mesi del 2022: infatti, come previsto dagli economisti, l’autorità bancaria ha confermato che il ritmo degli acquisti di asset dalle banche resterà, anche nel prossimo trimestre, su livelli  “significativamente più elevati” rispetto al primo trimestre dell’anno.

Gli acquisti di attività, previsti nell’ambito del programma di acquisto implementato per contrastare l’emergenza pandemica, saranno, quindi, di ammontare pari a 20 miliardi di euro mensili e continueranno almeno fino alla fine di marzo 2022, ma questo termine potrebbe prolungarsi ulteriormente qualora l’economia europea non sia tornata almeno sui livelli pre-pandemia. Invariati anche i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali (0,00%), i tassi sulle operazioni di rifinanziamento marginale (+0,25%) e i tassi sui depositi overnight delle banche presso la BCE (-0,50%).

Sono state leggermente riviste al rialzo le stime sul tasso di inflazione dell’area euro, che prevedono una crescita del livello generale dei prezzi dell’1,9% nel 2021, dell’1,5% nel 2022 e dell’1,4% nel 2023. Secondo quanto affermato da Christine Lagarde, il livello generale dei prezzi tornerà a scendere agli inizi del 2022, “quando i fattori transitori perderanno forza”,  con riferimento all’attenuarsi del rialzo del prezzo delle materie prime. La governatrice ha così evidenziato come le attuali pressioni inflazionistiche vengono considerate come transitorie e non un fenomeno strutturale: ecco perché l’autorità bancaria non ritiene di dover ridimensionare il PEPP, mossa che potrebbe ritardare la ripresa economica.

Prospettive ottimistiche anche per quanto riguarda la crescita economica, grazie all’effetto congiunto delle riaperture e degli stimoli fiscali e monetari implementati dalle autorità governative. La BCE ha, infatti, rivisto al rialzo la stima del PIL 2021 dell’Eurozona a +4,6%, rispetto alla stima precedente di +4%, su base annuale. Stesso discorso per il Prodotto Interno Lordo del 2022, stimato adesso in rialzo del 4,7%, rispetto al precedente +4,1%.

La chiusura dei mercati azionari europei: il peggiore è Milano

Queste le performance registrate, in chiusura di seduta, dai principali indici azionari europei:

  • SMI (Zurigo): +0,19%
  • FTSE 100 (Londra): +0,10%
  • DAX (Francoforte): -0,06%
  • IBEX 35 (Madrid): -0,24%
  • CAC 40 (Parigi): -0,26%
  • FTSE MIB (Milano): -0,40% a quota 25.638,19 punti indice

L’Euro Stoxx 50 chiude la seduta sui livelli della vigilia, a quota 4.096,07 punti (-0,02%), confermando la scarsa attività presente sui mercati azionari europei anche oggi.

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Titoli migliori del Ftse Mib

I titoli azionari più acquistati di giornata sono stati i seguenti, tra quelli inseriti nel paniere del Ftse Mib:

  • STMicroelectronics: +1,73%
  • Eni: +0,67%
  • Buzzi Unicem: +0,43%
  • Pirelli: +0,43%
  • Diasorin: +0,38%
  • Unicredit: +0,32%
  • Terna-Rete Elettrica Nazionale: +0,28%
  • Nexi: +0,20%
  • Italgas: +0,18%
  • Tenaris: +0,15%

Titoli peggiori del Ftse Mib

I titoli più colpiti da vendite, invece, sono stati:

  • Cnh Industrial: -2,13%
  • Prysmian: -1,95%
  • Banca Mediolanum: -1,83%
  • Moncler: -1,39%
  • A2a: -1,37%
  • Stellantis: -1,35%
  • Interpump Group: -1,19%
  • Recordati: -0,90%
  • Poste Italiane: -0,79%
  • Bper Banca: -0,73%

Stati Uniti: Wall Street sale nonostante la corsa dell’inflazione

Gli indici azionari statunitensi si muovono in territorio positivo, nell’ambito di una seduta caratterizzata da picchi di volatilità, a livello intraday, in corrispondenza del rilascio dei dati relativi all’indice dei prezzi al consumo, che hanno evidenziato, nel mese di maggio, una crescita dell’inflazione superiore rispetto alle aspettative. Su base annuale, l’indice dei prezzi al consumo (IPC) ha fatto registrare una crescita del 5%: ciò vuol dire che il tasso di inflazione è attualmente ai massimi dal 2008. L’indice dei principali prezzi al consumo (IPC core), che non prende in considerazione i beni alimentari ed energetici, particolarmente volatili, è salito a maggio, su base annuale, del 3,8%: le stime degli analisti prevedevano una lettura di +3,4% e il dato relativo al mese precedente era stato pari a +3,0%.

Alla luce di questi dati, sarebbe stato lecito attendersi un ribasso dei mercati azionari, i quali, invece, risultano in rialzo su base giornaliera, dopo dei brevi movimenti al ribasso nei primi minuti successivi al rilascio dei dati. Secondo alcuni analisti, questo movimento inaspettato è legato al fatto che, pur trattandosi di una lettura di inflazione più elevata del previsto, gli investitori non ritengono che questi numeri siano sufficienti a determinare un cambio di orientamento della Federal Reserve, al riguardo del “tapering”, che non dovrebbe essere attuato nel breve periodo, e circa il mantenimento dei tassi di interesse su livelli molto bassi.

Queste le performance evidenziate dai principali indici di Wall Street, alle 20 ora italiana:

  • Nasdaq 100: +0,92%
  • S&P 500: +0,60%
  • Dow Jones: +0,37%

Altre notizie dai principali mercati finanziari: ancora incertezza nel mercato del Bitcoin

Per quanto riguarda il mercato obbligazionario, lo spread Btp/Bund, ovvero il differenziale di rendimento tra il titolo di Stato italiano e quello tedesco con scadenza decennale, continua a scendere e si attesta a quota 100 punti base (-2 rispetto al valore di chiusura di ieri): il rendimento del Btp risulta pari a +0,75%, mentre il rendimento del Bund è di -0,25%. Ancora in ribasso anche il rendimento del Treasury Note decennale (titolo di Stato USA) che risulta pari a +1,46%, ai minimi dallo scorso mese di marzo e in calo di 7 punti base rispetto alla chiusura di ieri.

Scende il prezzo del Bitcoin, dopo il rimbalzo osservato ieri in conseguenza della decisione di El Salvador di adottare il Bitcoin come valuta legale del Paese, in alternativa al dollaro statunitense. La regina delle criptovalute ha attualmente un prezzo di 36.663 dollari circa, in ribasso, su base giornaliera, dell’1,97%. I livelli da monitorare per capire in quale direzione terminerà l’attuale fase di trading range restano sempre il livello di resistenza dei 40.800 dollari e il livello di supporto dei 30.000 dollari. 

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Nel mercato valutario, rimane stabile il cambio Euro/Dollaro USA, che è tornato sui livelli di chiusura di ieri, dopo alcuni repentini movimenti in corrispondenza della conferenza stampa della BCE e del rilascio dei dati sull’inflazione statunitense. Il cambio più utilizzato dai traders del Forex viene scambiato attualmente ad un tasso di 1,2175, corrispondente ad una variazione su base giornaliera di -0,03%.

Per quanto riguarda le materie prime, sale leggermente il prezzo dell’oro, che quota 1.895 dollari l’oncia, con una performance su base giornaliera di +0,35%. Sale anche il prezzo del petrolio: il WTI (West Texas Intermediate, prodotto negli Stati Uniti) quota 70,27 dollari al barile, con una performance di +0,44% su base giornaliera, mentre il Brent (prodotto in Europa) quota 72,58 dollari al barile, con una variazione di +0,50% rispetto al valore di chiusura di ieri.

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