Salario minimo 2022: quali novità ci attendono nei prossimi mesi

Sono in arrivo importanti novità che riguardano un argomento molto dibattuto, ovvero quello relativo al salario minimo 2022.

Quello relativo al salario minimo è un tema caldo di cui si discute da molto tempo. Purtroppo, l’emergenza sanitaria e la crisi causata dalla guerra in Ucraina hanno messo in ombra questo importante argomento sociale.

Salario minimo 2022: quali novità ci attendono nei prossimi mesi

Stando alle ultime dichiarazioni del Ministro del lavoro, Andrea Orlando, e alle Stime dell’INAPP: per il 2022 sono attese delle importanti novità che riguardano il salario minimo.

Il quesito è stato riaperto in seguito ad una serie di confronti e dibattiti che hanno caratterizzato le ultime settimane.

Attualmente i paesi europei che ancora non hanno introdotto il salario minimo nazionale sono:

  • L’Italia
  • La Danimarca
  • Cipro
  • L’Austria
  • La Finlandia
  • La Svezia

Per tutti gli altri Paesi, invece, la retribuzione minima è una realtà consolidata.

Salario minimo 2022

In molti paesi europei, la maggior parte, il salario minimo è già stato introdotto dalle rispettive legislazioni.

In Italia, ci sono diversi motivi per i quali ancora non si è provveduto a concretizzare il discorso relativo alla retribuzione minima. Uno di questi riguarda la legislazione del nostro Paese che si fonda sulle contrattazioni tra le parti sociali e, dunque, esclude a priori il salario minimo.

Attualmente, in Italia, sono presenti circa 888 contratti collettivi nazionali. Nonostante ciò esistono ancora imprese o tipologie di contratti di lavoro individuali che non sono tutelati da questo strumento che, lo ricordiamo, non è obbligatorio.

Stando all’ultimo report di “In-work poverty in the EU” il nostro paese ha una percentuale di lavoratori dipendenti, pari all’11,7%, per i quali è attivo il fenomeno del Working Poors. Ci stiamo riferendo a tutti quei lavoratori il cui reddito è inferiore alla soglia di povertà di riferimento.

In sostanza, questi dipendenti ricevono un salario che è al di sotto dei valori minimi contrattuali.

Secondo i dati forniti dall’INAPP circa 2,6 min di lavoratori italiani trarrebbero beneficio dall’introduzione di un salario minimo legale fissato a €9 lordi all’ora.

Tuttavia, il ministro del lavoro Orlando è stato piuttosto chiaro affermando che non si troverà facilmente un accordo sul salario minimo. Orlando ha anche proposto di alzare le retribuzioni migliorando la contrattazione collettiva.

Purtroppo questa soluzione richiede tempo, a causa della presenza di diversi ostacoli tra cui il fattore costi.

La risposta dei sindacati non si è fatta attendere. Dopo tutto si sono sentiti chiamati in causa dalle affermazioni di Orlando in merito alla contrattazione collettiva.

Il Ministro del lavoro avrebbe proposto una legge che permette di individuare più facilmente contratti di riferimento per ogni settore. In questo modo sarebbe possibile applicare il livello minimo salariale e mettersi al passo con gli altri paesi della UE.

I vari sindacati CGIL CISL e UIL hanno risposto in maniera affermativa precisando che: “l’idea è difficile da applicare”.

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