Arrivano le ferie, ma cosa succede alla busta paga? Occhio a queste trattenute

Una cosa è certa, durante le ferie sarebbe illegittimo decurtare lo stipendio ai propri dipendenti. La paga dovrà essere la medesima a quella percepita nel corso degli altri mesi.

Dovranno essere comprese anche le indennità ordinarie. Non è raro che ci si lamenti di stipendi decurtati durante i periodi di ferie. Una cattiva abitudine che va in barba all’art. 36 della nostra Costituzione. Ciascuno di noi ha diritto a ferie retribuite.

Ferie busta paga
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Quando si va a ledere la paga nel corso delle ferie estive a risentirne è anche la nostra Costituzione. Questi datori di lavoro limitano di fatto il diritto a riposarsi. Un riposo necessario a reintegrare energie psicofisiche essenziali a proseguimento delle attività al ritorno.

Una problematica che è stata messa in campo dalla Cassazione. La domanda posta è stata la seguente: nel corso delle ferie la paga può essere ridotta? Secco il no della Suprema Corte.

Ferie: alle radici del problema

Se la busta paga percepita nel corso delle proprie ferie si rivelasse ridotta rispetto alla consueta vi è una ragione ben precisa. Siamo di fronte al mancato calcolo delle celebri “indennità”. Alla ordinaria retribuzione, del resto, andrebbero sommate ogni mese le indennità per particolari compiti assegnati al lavoratore in questione.

Le indennità le prevede la contrattazione collettiva nazionale ed aziendale. Queste hanno la funzione di bilanciare quelle attività lavorative che implicano i più cospicui oneri e le maggiori complessità al dipendente.

Eccone alcuni esempi:

  • indennità di cassa
  • indennità di mensa
  • indennità di trasferta
  • indennità di funzione
  • indennità di disagio, per disagiata sede e di trasporto
  • indennità di alloggio, di trasferta.

Sino ad oggi, stando alla normativa la paga del periodo feriale non dovrebbe necessariamente includere la media di tutte le voci della mensilità dispensati al dipendenti nel corso dell’anno di lavoro. La media andrebbe circoscritta solo ad alcuni suoi elementi. Una circostanza che varrebbe a dire che dalla busta paga estiva potrebbero essere rilevata le indennità.

Uno scenario plausibile solo dal momento in cui si verifichino due condizioni. Innanzitutto il rispetto in materia di contratto collettivo (il Ccnl) applicata al rapporto di lavoro.

Ed è a tal motivo che non si potrà scendere oltre il celeberrimo minimo sindacale, e cioè lo stipendio sancito in prospettiva sindacale. E poi andrebbe salvaguardata, nel rispetto della Costituzione, una paga atta a tutelare il concreto appagamento delle ferie da parte del dipendente.

Stipendio e ferie, questione di (Il)legittimità

I giudici hanno cambiato rotta. Basandosi sull’ultima pronuncia della Cassazione, il datore di lavoro non dovrebbe contestare, durante il periodo di ferie, le indennità legittimate nel corso delle altre retribuzioni annuali.

In breve, il datore di lavoro non ha il diritto di abbassare la retribuzione solamente perché in quell’istante il lavoratore si trova in vacanza. Il diritto alle ferie annuali retribuite è un assioma essenziale per la Costituzione italiana come per l’UE.

È l’articolo 7 della direttiva 2003/88 a chiarire il tutto: il riposo occorre al lavoratore per rilassarsi e fare il pieno di energie in vista dei lavori futuri. Qualunque incoraggiamento alla rinuncia al congedo si presenta come inconciliabile con gli obiettivi di garanzia della salute e della sicurezza.

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