I settori più a rischio dell’economia italiana e i titoli su cui investire

La guerra in Ucraina sta avendo molte conseguenze sull’economia italiana. I settori su cui si può investire per diversificare il rischio.

La storia del mercato dei capitali ha mostrato come i rendimenti ottenuti sono sempre relativi al rischio a cui l’investitore accetta di esporre il suo investimento.

economia italiana

Nella penisola gli effetti delle interruzioni della catena di approvvigionamento si è scontata sull’economia reale. Non solo il prezzo di gas, benzina e gasolio hanno raggiunto record storici, ma la guerra ha bloccato l’importazione di molte materie prime. Tra quelle più utilizzate nel comparto industriale italiano provenienti dall’Ucraina e dalla Russia, soprattutto ghisa, cromo, nichel e argilla.

Nonostante la storia insegna che a tutti i momenti di crisi succedono i maggiori periodi di crescita, le cause nell’incertezza degli operatori e dei trader sono molteplici. Lo scoppio del conflitto tra Mosca e Kiev ha fatto lievitare i prezzi delle materie prime, provocato il crollo del rublo, costretto la banca centrale russa a chiudere la Borsa di Mosca. Oltre a questo, sulla Russia pesano le sanzioni internazionali e il pericolo piuttosto concreto di un default.

Asset allocation: I settori più a rischio dell’economia italiana

Se aspettare e rimanere flat in momenti come questo può essere la strategia più semplice, nel lungo termine può risultare controproducente. I settori energivori, sono i più esposti al rialzo dei prezzi: i produttori di acciaio e alluminio, fonderie, cementifici, ma anche laboratori artigiani, produttori di vetro e ceramiche nonché le cartiere.

Già alla fine del 2021 le aziende di questi settori avevano ricevuto bollette molto più alte rispetto ai mesi precedenti e avevano chiesto al governo un sostegno economico. Ma la situazione è peggiorata dopo l’invasione russa in Ucraina non tanto per l’atteso aumento dei prezzi, quanto per la loro volatilità. Questo ha esposto molte aziende agli effetti negativi delle variazioni dei costi di produzione non preventivabili.

La prima mossa di molte aziende è stata limitare la produzione allo stretto necessario, soprattutto per quei comparti che consumano più energia. In altri casi, in assenza di alternative alcune aziende sono state costrette a chiudere temporaneamente intere linee produttive e chiedere la cassa integrazione dei lavoratori.

Secondo una rilevazione fatta dalla Fim, il sindacato dei metalmeccanici, in tutta Italia sono 26.000 i lavoratori coinvolti nella sospensione della produzione. Roberto Benaglia, segretario generale della Fim-Cisl, è convinto che se il conflitto non si fermerà il rischio è quello di un aumento esponenziale del fenomeno nel giro di un mese.

Lombardia regione più colpita dai fermi produttivi

La regione in cui sono state segnalate più chiusure è la Lombardia. Nella regione sono 310 le aziende la cui produzione è ferma a causa dei costi energetici. Tra i casi più importanti per la filiera produttiva quella del settore automobilistico: Iltar-Italbox, azienda di Bairo, in provincia di Torino, è tra le più importanti in Europa per la progettazione e lo stampaggio di elementi utilizzati soprattutto per il cablaggio delle auto.

In Ucraina ci sono 40 fabbriche che rappresentano un quinto della fornitura europea di cablaggi. Senza questi un’auto non può essere costruita e perciò in queste settimane alcuni stabilimenti di Volkswagen, Audi e Bmw stanno fermando la produzione di alcuni modelli. Oltre a queste per lo stesso motivo anche Lamborghini ha dovuto fermare la linea produttiva della Huracàn.

Se le tensioni internazionali si stanno già ripercuotendo sull’economia italiana ed europea è possibile diversificare una parte del capitale investito nel settore automobilistico su titoli più sicuri e in grado di apprezzarsi se persisterà l’aggravarsi della guerra. Le attuali tensioni sono infatti in grado di coinvolgere il settore bancario e mettere in difficoltà la tenuta finanziaria degli Stati.

Asset allocation: obbligazioni e titoli di Stato

Le sanzioni finanziarie finora adottate contro la Russia hanno effetti immediati di deterrenza, ma si rivelano nel lungo periodo reciprocamente insostenibili. Esse ci hanno esposto a rischi energetici ed economici su cui saremo chiamati ad intervenire strutturalmente. Il costo anche per l’Italia può diventare molto pesante, aumentando il potenziale rendimento dei Titoli di Stato.

Questo tipo di obbligazione è un titolo con un rendimento prestabilito alla sottoscrizione, che varia nel momento di sottoscrizione in base alla sua durata e alla parte del ciclo economico in cui viene emessa. È possibile acquistare obbligazioni a tasso variabile che adattano il tasso di interesse all’inflazione. Il premio ricevuto è particolarmente basso ma garantito dalla capacità dello Stato di rimanere solvibile.

Durante l’ultima emissione avvenuta venerdì 11 marzo 2022 il Ministero dell’economia e delle finanze ha collocato la sesta tranche del Btp con scadenza 1° marzo 2037. Il Tesoro ha emesso titoli per un ammontare pari a 2 miliardi di euro, che ha raggiunto il massimo delle aspettative comprese tra 1,25 e 2 miliardi. Da aprile a marzo il rendimento netto è passato da 1,13 a 1,97%

Il deficit e la continuità del ruolo della spesa pubblica, tra bonus, sussidi e incentivi atti a correggere le dinamiche dell’economia italiana non sono sfuggite agli investitori. Al centro dell’attenzione dei mercati ci sono quindi i conti pubblici. Lo scenario rimane complesso, una nuova recessione o una stagflazione sembrano probabili e hanno già mostrato alcuni risvolti. Indipendentemente dal modo in cui l’economia italiana ed europea sarà coinvolta dalla crisi in corso uno dei protagonisti emergenti sarà sicuramente il settore della difesa.

Asset allocation: diversificare nel settore della difesa

Tra i migliori in questo comparto c’è ad esempio Lockheed Martin: il maggiore tra appaltatori della difesa in termini di finanziamenti. In base ai dati del Governo USA, Lockheed ha stanziato accordi per 75,8 miliardi di dollari solo nel 2020. Il titolo ha avuto un rendimento che negli ultimi sei mesi è cresciuto del 28,8% con un dividendo del 2,55% annuo.

Il grande rischio da considerare per questo titolo, è la totale dipendenza dai contratti governativi con gli Stati Uniti. A questo proposito un’altra società del settore con un migliore rischio rendimento è probabilmente Raytheon Technologies specializzata in sistemi di difesa missilistica. Raytheon produce il sistema Patriot e i missili da crociera Tomahawk. Sta anche sviluppando la prossima generazione di missili aria aria come quello ipersonico, già da anni nell’arsenale di Russia, Cina e ultimamente Corea del Nord.

Raytheon: i vantaggi di investire nella difesa diversificando su meccanica e aeronautica civile

Nel 2020 l’appaltatore ha incassato oltre 28,1 miliardi di dollari in contratti governativi, primeggiando rispetto ad altri competitori come General Dynamics con 25,6 miliardi e Boeing che ha incassato 23 miliardi. Il suo titolo ha avuto un rendimento che negli ultimi sei mesi è stato del 14,7 con un dividendo del 2%.

Raytheon è una società che ha diversificato il suo business anche in sistemi di controllo degli aeromobili per compagnie aeree commerciali, radar, sistemi di navigazione e atterraggio, motori aeronautici nonché tute spaziali e i sensori utilizzati nei viaggi spaziali. che portano gli astronauti nello spazio.

Diversificare dall’economia italiana con le obbligazioni societarie

Tra le altre società da cui è possibile trarre rendimento, impostando un portafoglio in ottica difensiva ci sono quelle che emettono obbligazioni. Esistono obbligazioni societarie in grado di mantenere un rischio rendimento ottimale anche nell’attuale contesto economico. Tra i migliori titoli le obbligazioni high yield di Ecopetrol e Dell che danno un interesse annuo intorno al 7%.

Le obbligazioni high yield, come suggerisce la parola, offrono alti tassi di interesse. Sebbene in genere il maggiore rischio viene compensato con il pagamento di maggiori interessi ciò non significa tutte le aziende emittenti siano a rischio default.

Ecopetrol, è società colombiana che si occupa di estrazione di gas e petrolio. Le due materie prime centrali nelle attuali dinamiche di mercato danno una relativa sicurezza del giro d’affari della società. Ecopetrol non si occupa solo di raffinazione, ma allarga il suo sguardo anche ai biocarburanti, un ottimo modo di diversificare in un settore in rapida ascesa. Dell è una società che progetta sviluppa e distribuisce PC. Oltre questo Dell è impegnata in settori correlati e innovativi quali servizi cloud, le virtual machine e la cybersecurity.

Le obbligazioni sono generalmente considerate a basso rischio rispetto alle azioni, sebbene nessuna delle due classi di attività sia priva di rischio. La società emittente potrebbe non riuscire a mantenere la sua promessa di pagamento, mettendo anche a rischio l’intero investimento.

Se si cercano titoli obbligazionari ancora più sicuri ci sono le obbligazioni zero coupon. Questi titoli di investimento non hanno cedola, il che significa che il guadagno non è erogato periodicamente ma solo dalla differenza tra il prezzo pagato e quello di rimborso finale del titolo. Tra le migliori obbligazioni zero coupon da considerare possiamo trovare i bund tedeschi. Da considerare, tuttavia, che queste obbligazioni hanno dei rendimenti minori nel medio lungo periodo rispetto a quelle classiche con cedola.

Diversificare dall’economia italiana ed europea. Investire sulle azioni immobiliari Usa

Un altro modo per diversificare in gran parte dalle dinamiche di mercato presenti in Unione Europea è puntare sui beni reali degli Stati Uniti. Per quanto riguarda quelle che sono le tendenze chiave in atto nell’economia USA, si rivelano principalmente l’accelerazione dell’apprezzamento del suo mercato immobiliare, con un aumento sia nel costo degli affitti che nel valore degli immobili.

È possibile investire sull’ETF dell’indice FTSE NAREIT Equity REITs, composto da azioni immobiliari statunitensi. Il fondo generalmente investe almeno l’80% del suo patrimonio nei titoli componenti l’indice e in titoli particolarmente correlati a essi. L’indice è anche una misura della performance dei fondi di investimento immobiliari quotati negli Stati Uniti. Questo ETF ha avuto un rendimento che nell’ultimo anno è stato del 44.86% con un costo molto contenuto del 0,08% annuo.

Investire indirettamente in immobili è tra le scelte migliori da fare in un contesto come quello odierno. I Real Estate Investment Trust investono in un bene con un’offerta limitata in grado di mantenere nel tempo il proprio valore. Queste società in genere finanziano fino al 50% dei loro investimenti immobiliari attraverso l’uso della leva finanziaria. Questo avviene quindi con un finanziamento a lungo termine a tasso fisso. Ciò raddoppia i benefici economici proprio durante l’inflazione, sia per l’aumento del valore patrimoniale in termini nominali di immobili e affitti, sia per la svalutazione del debito nel corso del tempo.

È così che i proprietari di immobili acquistati a prestito fanno spesso la fortuna durante i periodi di forte inflazione. A differenza dei titoli tecnologici che sono valutati in base all’aspettativa di profitti futuri, i REIT generano profitti in modo molto più costante e prevedibile nel corso del tempo.

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